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Quanto valore date alla comunicazione e alla condivisione delle informazioni all’interno della struttura medica?

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Vi siete mai chiesti cosa accomuna i social network, le app di messaggistica ed in generale la maggior parte delle nuove tendenze tecnologiche che ormai sono percepite, se non come indispensabili, come parte della nostra vita di tutti i giorni?


Io si e mi sono dato una risposta: Comunicazione e condivisione

Pensateci, WhatsApp, Telegram, Instagram, Facebook e gli altri strumenti digitali che utilizziamo tutti i giorni, sono nati per soddisfare l’esigenza di una comunicazione rapida tra gruppi o singoli soggetti che si è poi indirizzata sempre di più verso la condivisione di contenuti multimediali a scopo di marketing e perché?


Perché una comunicazione di questo tipo è la più efficace ed immediata, quindi non solo comunicare, ma completare la comunicazione con la condivisione di contenuti sensibili e necessari al lavoro quotidiano al fine di renderla accattivante e coinvolgente, nel caso del marketing, completa, precisa e di immediata interpretazione in ambito personale o professionale.


Ecco, quest’ultimo aspetto è quello che mi sta a cuore: come posso applicare questo tipo di comunicazione, che ormai fa parte del nostro quotidiano ed è familiare ad una platea sempre più ampia di persone, al mio lavoro di tutti i giorni allo scopo di incrementarne l’efficienza riducendo semplicemente i tempi di espressione e comprensione di un’informazione?


Prendiamo l’esempio delle strutture mediche all’interno delle quali ogni paziente è una “fonte” di informazioni sensibili e rilevanti per chi lavora all’interno della struttura ed ha quotidianamente a che fare con documenti, immagini e considerazioni necessarie a prendersi cura al meglio della salute dei pazienti. In questo caso lo staff della struttura ha ruoli differenti e spesso non intercambiabili, è quindi frequente che un medico, all’approssimarsi della visita con un paziente voglia “riprendere in mano” la situazione consultando la documentazione archiviata o magari chiedendo dettagli alla reception o alla propria assistente. Questo comporta la consultazione, non sempre agevole, di documentazione archiviata che va reperita, consultata e nuovamente archiviata oppure l’interpretazione delle informazioni fornite dalla reception che, nel migliore dei casi, sono aggiornate e precise, ma rischiano di essere approssimative se non inesatte e comporta comunque l’impiego di tempo, prezioso, da parte di 2 figure professionali che in quei momenti non possono dedicarsi ad altro.





In realtà questo è solo un esempio e, un ambiente di lavoro che coinvolge diversi soggetti e figure professionali ha costantemente necessità di comunicare, scambiare e conservare informazioni.


La soluzione ideale sarebbe poter usare uno dei sistemi con cui abitualmente ci teniamo in contatto con le nostre conoscenze, ma oltre ad essere poco professionale e potenziale fonte di confusione, subentrano problematiche relative al rispetto della privacy secondo la legge: cosa comporterebbe a livello legale inviare ad un nostro amico, per sbaglio, anziché al medico che lo ha in cura, informazioni inerenti alla salute di un paziente? Meglio non pensarci.


Ma il ragionamento resta: se voglio migliorare l’efficienza della mia organizzazione, vale sicuramente la pena partire dalla più diffusa delle necessità: comunicare e condividere e quindi immaginare uno strumento che oltre a tenermi costantemente in contatto con colleghi e collaboratori mi consenta anche di condividere informazioni di varia natura, da semplici promemoria, perché ho la tendenza a dimenticare le cose, a documenti importanti e riservati in un ambiente protetto e a prova di normative sul rispetto della privacy. E perché allora non centralizzare tutte queste informazioni rendendole disponibili alla consultazione dei soggetti coinvolti nel processo di cura, individualmente ed in qualsiasi momento e consentire al tempo stesso una comunicazione/condivisione nello stesso ambito applicativo?


L’ideale sarebbe comunicare, come facciamo ormai di continuo, con qualcosa simile a WhatsApp (le cui dinamiche di funzionamento sono conosciute da tutti) che mi consenta di scrivere, parlare inviare e ricevere file immagine o video, magari avere anche la possibilità di archiviare in questa stessa applicazione documentazioni di ogni tipo ordinate per paziente al quale appartengono, effettuare annotazioni, consultazioni e tutte quelle azioni che vengono svolte quotidianamente in una struttura sanitaria e senza infrangere alcun GDPR. Potrei risparmiare credo un’ora al giorno del mio tempo, ottimizzando lo scambio di informazioni, avendo creato allo stesso tempo un ambiente “virtuale” nel quale muoversi alla ricerca di tutto quanto necessario.





Esistono strumenti che possono migliorare queste dinamiche e sono i gestionali per le strutture cliniche. I più recenti e completi hanno già assunto l’aspetto di applicazioni che siamo abituati ad utilizzare tutti i giorni e racchiudono al loro interno tutte le informazioni di cui il personale di una struttura clinica può avere bisogno, permettendo un accesso rapido e soprattutto autonomo ai contenuti, consentendo al tempo stesso di non impegnare ulteriori risorse della struttura a tutto vantaggio dell’efficienza dei flussi di lavoro. Le potenzialità di questi strumenti potrebbero svincolare professionisti e collaboratori dal concetto di scrivania, archivio e postazione di lavoro portando la comunicazione tra colleghi ad un livello più “familiare” semplicemente utilizzando le dinamiche di funzionamento delle applicazioni “leisure”. L’efficientamento delle strutture cliniche deve ormai focalizzarsi sull’ottimizzazione dei flussi di lavoro e quindi di tempo e costi connessi all’attività clinica perseguendo, magari, anche un miglioramento dell’immagine della struttura a tutto vantaggio del senso di soddisfazione e sicurezza del paziente che diventerà la nostra principale risorsa di marketing (gratuita) attraverso la buona pubblicità che potrà farci nella sua cerchia di conoscenze e dalle inevitabili recensioni che ormai rappresentano una consultazione quasi naturale ed inevitabile.

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15%

dei pazienti non annulla le visite e non si presenta all'appuntamento

Il costo medio della poltrona all'ora prima dell'arrivo del paziente.

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